L’origine del carretto è collegata all’evoluzione storica dei percorsi stradali siciliani. In passato i trasporti e i commerci si effettuavano via mare a causa del dissestato e fatiscente manto stradale, impedendo ai mezzi a ruote di circolare liberamente. Fu nel 1778, dopo lo stanziamento per il rifacimento delle strade da parte del parlamento siciliano, che ebbe inizio la diffusione di questi carretti “illustrati”. Continua
Guy de Maupassant, giunto a Palermo nella Primavera del 1885, in una memorabile pagina tratta dal suo viaggio in Sicilia, definì il carretto siciliano: “un rebus che cammina” per il valore degli elementi decorativi.
“Tali carretti, piccole scatole quadrate, appollaiate molto in alto su ruote gialle, sono decorati con pitture semplici e curiose, che rappresentano fatti storici, avventure di ogni tipo, incontri di sovrani, ma prevalentemente le battaglie di Napoleone I e delle crociate; perfino i raggi delle ruote sono lavorati. Il cavallo che li trascina porta un pennacchio sulla testa e un altro a metà della schiena….Quei veicoli dipinti, buffi e diversi tra loro, percorrono le strade, attirano l’occhio e la mente come dei rebus che viene sempre la voglia di risolvere“.
La definizione di rebus che cammina potrebbe essere legata al fatto che il carretto siciliano, in un tempo in cui i libri e la conoscenza erano per pochi, divenne portatore di messaggi e piccola opera d’arte paragonabile a una sorta di manifesto ambulante della narrazione storica. I pittori, per istoriarli, traevano spunto, soprattutto, dall’opera dei pupi siciliani (proclamata dall’UNESCO, nel 2001, tra Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità). Questi dipinti, oltre a impermeabilizzare il legno del carretto, avevano significati ben più profondi: le figure religiose servivano a proteggere il mezzo dalla malasorte, mentre il resto dei disegni erano una sorta di “pubblicità” ambulante. I carrettieri, infatti, attraverso i colori e gli intarsi riuscivano ad attirare l’attenzione dei passanti ed iniziarono a vedere un miglioramento della loro condizione sociale.
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